Data: 26 novembre 2023.
Luogo: Firenze.
Gara: Firenze Marathon.
Compagni di avventura: Annalisa, Andrea Gabbon, Achille, Marilena.
Finalmente la missione è compiuta, dopo 3 anni abbiamo la medaglia al collo.
E’stata una gara sofferta fin dall’inizio, la cui iscrizione risale al Black Friday nel 2019, per l’anno 2020. Come tutti sappiamo, quell’anno di gare non ce ne sono state, sospese tutte a causa del Covid-19, che oltre a questo effetto ha causato probabilmente ben altre conseguenze dal punto di visto sportivo.
L’organizzazione della Firenze Marathon ha dato la possibilità a tutti gli iscritti di quell’anno di utilizzare un voucher nei 3 anni successivi e noi, causa vicissitudini varie, siamo riusciti ad utilizzarlo nel 2023, ultimo anno disponibile. O la va o la spacca, questa gara bisogna farla.
Dopo aver terminato una “facilissima” tabella per i 10 km, abbiamo iniziato quella per la preparazione della maratona, in corsa e camminata, molto molto più interessante dal mio punto di vista. Tutto più leggero, più “semplice”, più fattibile per me, amante delle lunghe distanze e non molto propensa (e, siamo sinceri, non proprio portata) alla velocità.
Abbiamo fatto l’ultimo lungo a fine ottobre, in un viaggio che ci ha portato fino a Campolongo Maggiore, dove mi sono sentita in forma e ho terminato la corsa sorridente e non eccessivamente stanca.
I giorni intanto passavano, in pochissimo tempo il 26 novembre è arrivato.
Quando ho messo piede a Firenze, però, purtroppo non so perché, la voglia di correre una maratona mi era passata. Avrei dato qualsiasi cosa per non doverla fare. 42,195 km mi sembravano eterni, non fattibili, ma nello stesso tempo mi dispiaceva essere arrivata fin là e tornare a casa con le pive nel sacco.
Il sabato passa tranquillo, andiamo a ritirare i pettorali e a pranzo tutti insieme, poi il pomeriggio mi butto a letto e cerco di riposare. Anche la notte stranamente riesco a dormire e mi sveglio abbastanza riposata.
E, magia, aspettando lo start, in griglia scopro che tutto sommato sono felice di essere lì, pronta a correre sta benedetta Firenze Marathon. Si parte.
Avevamo diviso la gara in tre parti: la prima parte, fino circa alla mezza maratona, procede come previsto, il percorso è bello, c’è anche il sole. Durante la seconda iniziano i primi segni di cedimento, causati probabilmente dalla poca idratazione, errore da principiante che poco mancava mi rovinasse la gara. Non ne avevo più, se Andrea mi avesse detto “ritiriamoci” l’avrei fatto senza dubbio. Invece lui stava bene e mi dice che, se volevo fermarmi, si sarebbe assicurato di mettermi nelle mani dei volontari che si trovavano ovunque lungo tutto il percorso e avrebbe continuato. Tin! Il mio cervello si sblocca “Figurati se mi fermo e lascio che prenda la medaglia solo lui!”. Al 30° km prendo una bottiglietta intera di acqua e con quella rinasco. Ne prendo un’altra al 35° e va ancora meglio. Insomma, inizio a correre discretamente e i km mancanti non mi sembrano più impossibili.
Ad un certo punto guardo il Garmin e vedo che stavamo correndo ormai da 3h e 40 minuti e penso “Achille sarà quasi in dirittura d’arrivo”. A fine gara saprò che avevo ragione e che aveva raggiunto il suo obiettivo: finire la maratona sotto le 4 ore. Grande Presidente!
Arriviamo in centro, fiancheggiamo più di una volta il Duomo, dove c’era l’arrivo, e ogni volta ci fanno deviare. Sembrava fosse tutto scherzo. Invece, finalmente, arriviamo in dirittura d’arrivo, corriamo verso il traguardo e finiamo la gara con 7 minuti di anticipo rispetto al previsto!
Ok, non è un tempo degno di nota ma abbastanza per scoppiare a piangere quando mi mettono la medaglia al collo. E’ un’altra maratona fatta, ormai ho perso il conto, e un’altra gara portata a casa. Sono felice e soddisfatta. Da quel momento, l’obiettivo è stato arrivare in albergo, farmi una doccia e mangiare.
A distanza di quasi una settimana, metabolizzata la fatica e le emozioni del weekend, quello che resta è la consapevolezza confermata che correre tanto, alternando la camminata, o anche solo correre piano è quello che mi piace di più. La corsa per divertimento, dove il solo obiettivo sono la serenità della mente e le risate con gli amici, adesso è il mio desiderio. Basta tabelle, almeno per un po’…la mezza maratona di Treviso, e ancora di più la maratona di Firenze mi hanno insegnato che voler strafare con la velocità non fa per me. Magari fra un mese cambierò idea ma per ora l’Annalisa runner la pensa così.
I miei complimenti vanno ad Achille e Marilena, che è riuscita in un mese a terminare due maratone, una meglio dell’altra. E un grazie grande grandissimo va ad Andrea, che mi ha supportato e sopportato durante la gara e senza il quale probabilmente mi sarei ritirata e ora non avrei Mercurio attaccato al medagliere.